Libro “Il soggetto incompiuto”
Psicosocioanalisi del tempo presente
di D. Forti, F. Natili e G.Varchetta
L’idea nasce tra Dario Forti e Giuseppe Varchetta.
Nella prima metà degli anni ‘80 Dario Forti e Giuseppe Varchetta, insieme alla compianta Anna Maria Bertolotti hanno pubblicato un primo smilzo libro di 134 pagine, L’approccio socioanalitico allo sviluppo delle organizzazioni, con prefazione e appendice di Luigi Pagliarani.
Quelle pagine sono il primo manuale, più o meno organico, del pensiero socioanalitico pubblicato nel nostro Paese e lungamente auspicato dal maestro della psicosocioanalisi italiana Luigi Pagliarani. Il piccolo libro ha un immediato largo successo e giunge nel 1990 alla sua terza edizione con numerose ristampe.
Lungo quegli anni la socioanalisi diventa psicosocioanalisi e si arricchisce sul piano teorico e applicativo, nel 1983 nasce Ariele e nel 2001, purtroppo da soli, Dario Forti e Giuseppe Varchetta pubblicano un manuale esteso, di 250 pagine, sempre con Franco Angeli, L’approccio psicosocioanalitico allo sviluppo delle organizzazioni“.
Il nuovo manuale accoglie organicamente lo sviluppo della psicosocioanalisi fino alla tematica della “angoscia della bellezza ” e all’arricchimento del sistema delle ansie kleiniane con l’indicazione dell’ansia confusionale simbiotica.
Anche questo secondo manuale, arricchito da una ricchissima bibliografia della psicosocioanalisi sviluppatasi in Italia nel corso di più di 30 anni e da una bio-bibliografia di Luigi Pagliarani, curata da Carla Weber, ha un largo successo editoriale e giunge rapidamente a più edizioni.
Nel frattempo la ricerca e le pratiche psicosocioanalitiche si sviluppano fino ad interessare le grandi tematiche della società (la Polis) e, sul piano teorico, gli studi del pensiero bioniano fecondati dalla scuola argentina di José Bleger ed Enrique Pichon-Riviére.
A D. Forti e a G. Varchetta il loro secondo manuale inizia, intorno agli anni 2014-2015 ad apparire ormai superato e bisognoso di un ripensamento.
Le riflessione dei due autori da una parte coltivano l’ambizione di allargare la scrittura futura, al di là delle tematiche del soggetto e del lavoro-organizzazione, a quelle della polis, che da qualche anno interessano profondamente gruppi di lavoro in Ariele e dall’altra di coinvolgere nella nuova avventura di scrittura Franco Natili che nella loro ferma opinione è, tra i soci di Ariele, il collega che più ha approfondito la ricerca sugli autori post bioniani (Civitarese, Ferro, Grotstein, Ogden) e un arco del pensiero filosofico occidentale che va da Bergson ad Heidegger e, nel contesto italiano, ad Aldo G. Gargani.
L’incontro dei tre autori conduce da una parte alla decisione di non scrivere un “manuale” quanto un libro sulle tematiche del soggetto, del lavoro-organizzazione e della polis, ispirato dalle idee della contemporanea psicosocioanalisi, capace di, negli auspici di tutti e tre, di raccogliere e connettere il passato e il presente del pensiero psicosocioanalitico in una sintesi il più possibile organica ma aperta insieme ad una continua interrogazione.
I tre autori sono Dario Forti, Franco Natili, Giuseppe Varchetta.
Dario Forti, dopo gli studi di filosofia, ha iniziato, dopo un’esperienza iniziale nella realtà sindacale, l’attività di consulente con un approccio psicosocioanalitico. Socio fondatore di Ariele e past president è attualmente presidente di Ariele. Psicologo iscritto all’albo degli psicologi della Lombardia, vanta una lunga esperienza di formatore e di sviluppo organizzativo presso organizzazioni diverse, aziendali e del terzo settore, avendo avuto per un lungo periodo anche responsabilità imprenditoriali di una società di consulenza direzionale. Autore di saggi e di volumi, tra i quali in particolare il già citato L’approccio psicosocioanalitico allo sviluppo delle organizzazioni insieme a Giuseppe Varchetta, recentemente ha curato insieme a Franco Natili il volume dei Saggi scelti di Luigi Pagliarani. È membro del comitato direzionale della rivista Educazione sentimentale.
Franco Natili, per molti anni direttore HR in multinazionali e attualmente professore a contratto presso l’Università Cattolica di Milano, psicologo, psicosocioanalista, consulente di sviluppo organizzativo e counselor. Past president di Ariele e tuttora ricercatore docente presso l’associazione. È autore di numerosi saggi e articoli di taglio psicosocioanalitico tra i quali Il progetto della bellezza. La progettualità degli individui e delle istituzioni, scritto con Mauro Tomè, anch’egli past president di Ariele.
Giuseppe Varchetta, dopo una lunga esperienza nella formazione, nello sviluppo organizzativo e della direzione HR di un’azienda multinazionale e un’esperienza di docente a contratto presso l’università Bicocca di Milano, è ora consulente direzionale con particolare riferimento ai temi del cambiamento culturale e organizzativo. Socio fondatore e past president di Ariele, è autore di numerosi saggi e volumi. È anch’egli membro del comitato direzionale della rivista Educazione sentimentale.
Gli sguardi che gli autori hanno tenuto costantemente presente possono essere sintetizzati lungo tre prospettive:
- Quello della mancanza, ontologia dell’umanizzazione, da percepire e intendere come stato implicante in sé la prospettiva della trascendenza verso il Sé e verso l’altro: le donne e gli uomini sono portatori di una tensione rinviante nel tentativo non tanto di colmare la mancanza quanto di sentirla e di viverla come opportunità- occasione di interrogazione continua;
- Quello della relazionalità, in quanto la vita umana presuppone per eccellenza legami, relazioni e connessioni; essere donne e uomini implica necessitare di processi continui e di reciproci riconoscimenti, al di fuori dei quali il rischio è quello della chiusura autistica e delle perdita delle prospettive che meraviglia e stupore ci offrono di fronte allo spettacolo continuamente mutevole della realtà;
- Lungo queste tracce il nucleo centrale del libro indica che la verità assoluta e la realtà ultima, teorizzate da W. Bion, e indicate con il simbolo “O” (original), non possono essere comprese da una mente finita, ma possono solo essere sognate. Il sogno, situato nello spazio “altro” dell’immaginario, si costituisce come un’intenzione significante che, accolta nel linguaggio dei segni, costituisce la verità possibile per il soggetto nel suo essere nel mondo. Ciò che è sognato è in continua trasformazione, così come la verità del soggetto, che nell’eterna ricerca di se stesso rimane sempre incompiuto, e nella sua incompiutezza trova la sua vitalità e la sua bellezza.
Il libro si struttura in tre parti dopo una premessa storiografica relativa alle origini e allo sviluppo del pensiero psicosocioanalitico:
- prima parte è dedicata al situema soggetto con lo sviluppo delle problematiche connesse alla prospettiva della concezione del soggetto umano da pensare e da vivere come in sé incompiuto, nel senso, sopra indicato “dell’obbligo” all’interrogazione continua, in una tensione, la meno possibile limitatamente narcisistica, all’ascolto del richiamo della bellezza, in altre parole del potenziale indefinibile di ogni donna e ogni uomo;
- seconda parte è dedicata al situema organizzazione-lavoro con l’analisi dei sistemi funzionali difensivi che i soggetti individuali e gruppali incontrano nelle dinamiche organizzative;
- terza parte è dedicata al situema Polis, con il tentativo assolutamente originale di applicare la teoresi e le pratiche psicosocioanalitiche alla realtà politica contemporanea.
- Varchetta, Gennaio 2018