Parlare ti fa bene
e parlare è già curare…
Viviamo in un momento storico particolarmente difficile per tutti: la pandemia ci ha costretti a vivere isolati e a celarci dietro una maschera, conducendoci a una perdita dei contatti umani, sia a livello professionale che affettivo/amicale: siamo stati forzati a interagire con i nostri colleghi e con i nostri affetti solo attraverso il freddo schermo di un computer. Abbiamo perso il piacere del contatto fisico, della convivialità, del calore della relazione.
A ciò si aggiunge oggi l’ansia per una nuova guerra a cui mai avremmo pensato di assistere e che rende precario il futuro nostro e dei nostri figli. Tutto questo non è senza effetti sulla nostra salute mentale perché provoca delle fratture psichiche, un senso di precarietà e di incertezza che possono diventare intollerabili.
Infermieri e medici hanno vissuto una situazione di forte stress lavorativo, con turni massacranti e un contatto con la sofferenza e la morte mai conosciuti prima. I lavoratori hanno sperimentato la precarietà del posto di lavoro, che ha messo in crisi la loro identità e il senso di appartenenza ad una comunità.
Gli adolescenti hanno perso la rete di relazioni quotidiane vis à vis che consente loro di definirsi attraverso il contatto con l’altro. Gli insegnanti si sono trovati a strutturare un insegnamento a distanza attraverso un canale freddo.
Ne consegue un ripiegamento su se stessi, una perdita della capacità di dare significato alla propria esistenza, con un indebolimento della capacità progettuale sia a livello individuale che collettivo. C’è un grande bisogno di essere ascoltati, di poter parlare delle proprie ansie, ma spesso c’è la difficoltà a farlo, una sorta di riserbo che si accompagna alla sensazione che gli altri, a loro volta assorbiti dalle proprie preoccupazioni, non siano predisposti all’ascolto.
Gli psicosocioanalisti di Ariele propongono un “contenitore” dove sia possibile parlare ed essere ascoltati al fine di dare voce e senso al proprio disagio, di legittimarlo, in quanto le fragilità appartengono ad ogni essere umano, di poter ritrovare la capacità di dare una svolta generativa e progettuale alla propria esistenza.
E’ previsto una primo incontro conoscitivo e di orientamento (40 minuti, al costo di 50 euro + Iva) nel quale è possibile anche concordare il percorso successivo; fra le possibilità c’è quella di un pacchetto di 8 sessioni al costo di euro 350 + Iva. Gli incontri saranno tenuti on line.
Per informazioni e iscrizioni contattare:
Dott. Maddalena Bortoloso : maddalenamb@libero.it
Dott. Cristiano Cassani: psicosocioanalisi@libero.it
Immagine: A. Giacometti