Uno spazio per i sogni delle donne
Le donne hanno bisogno di uno spazio dedicato a loro per sentirsi a proprio agio e occuparsi di sé?
L’idea di una matrice tutta la femminile è maturata nel gruppo Uso Sociale del Sogno di Ariele proprio grazie ai sogni che periodicamente condividiamo e che ispirano il nostro percorso di ricerca. Nel mese di novembre e dicembre 2021 il tema del femminile si è mostrato prepotentemente nei nostri sogni, così come da tempo i media ne parlano – nella società italiana e non solo – soprattutto rispetto al tema della violenza e dei femminicidi.
Un altro elemento che ci ha supportato nella proposta è stata la partecipazione alle matrici organizzate da Susan Webb, della Duke University, US. Webb sostiene che quando le donne si trovano in gruppi di sole donne sono più aperte e coraggiose, portano temi più personali, parlano di corpo, sessualità e tematiche femminili e personali, mentre il gruppo misto limita questa espressione, questa libertà. Webb fa anche riferimento alla storica condizione delle donne oppresse e represse e agli incontri di Social Dreaming come occasioni per accedere all’antica saggezza di cui sono portatrici.
“[…] And I noticed that it had the potential to really empower women to give voice to experiences, to concerns, to dreams, to the experience of being a woman in the world.”
https://www.dukechronicle.com/article/2021/02/social-dreaming-matrix-susan-webb-womens-social
Donne che sognano ha avuto un numero inaspettato di adesioni, il primo incontro del 18 gennaio 2022 ci ha entusiasmate per la numerosità e la fecondità dei sogni e delle associazioni che sono stati condivisi.
Il percorso è appena iniziato, accenniamo qui ad alcuni passi dell’incontro. Possiamo dire che sono stati portati nella matrice molti degli elementi della vita delle donne e che è emerso il sociale del femminile:
- il complesso mondo relazionale delle donne nei loro differenti ruoli, in particolare il ruolo di madre nei diversi tempi e spazi della vita;
- l’attenzione all’educazione in contesti anche non usuali quali una scuola sottomarina, una scuola nel bosco, una scuola d’arte;
- le immagini di vite in movimento continuo caratterizzate da scelte anche coraggiose, che comportano cambiamento, una vera e propria trasformazione; si è accennato anche alla metamorfosi. La donna stessa si trasforma nelle sue diverse età, passando da un ciclo all’atro, riscoprendo e ricercando la propria identità.
Gustav Klimt (1905), Le tre età della donna, Galleria d’Arte Moderna, Roma.
Sono emersi ancora molti altri temi di cui vi parleremo in seguito.
Di Chiara Allari, Socia di Ariele.