Che cos’è ed a che cosa può servire una matrice di sogno sociale
di Eusebio Balocco
SOGNARE
Tutti sogniamo. Tutti sappiamo che cos’è un sogno. E’ un’esperienza naturale che riguarda tutti noi esseri umani e molti animali. Spesso noi dimentichiamo i sogni; a volte li ricordiamo. Quasi sempre con stupore. Il termine “sogno” contiene assonanze positive: “Avere un sogno nel cassetto”; “Mi sembrava di sognare! E’ come in un sogno”; “Sognare ad occhi aperti”. A volte evoca dimensioni meno positive: “Smetti di sognare!”; “E’ solo un sogno”. Da sempre le donne e gli uomini sognano e si interrogano sul possibile messaggio o significato del sogno. Tutte le civiltà ed alcune religioni importanti, come quella ebraica e cristiana, hanno alla base delle loro fedi dei sogni importanti o comunque delle “visioni”.
Negli ultimi anni le ricerche sul sonno e sul sogno hanno fatto progressi enormi. Ma resta ancora quasi intatto l’enigma, lo stupore del sogno e del sognare e non è andato perso il fascino suscitato dal raccontare sogni. Questi sembrano costituire lo sfondo notturno di un’altra storia che accompagna e punteggia la nostra vita diurna.
CHE COS’E’ IL SOGNO SOCIALE (Social Dreaming)
E’ l’utilizzo del sogno notturno in un contesto sociale e socievole (Social Dreaming). Il racconto del sogno in un contesto sociale, non ha alcun scopo terapeutico. Inoltre nel momento in cui è messo in comune, cessa di essere considerato un evento solitario ed una proprietà solo individuale. Prevale il piacere di raccontare una storia che non abbiamo neppure fatto la fatica di inventare. La troviamo già pronta. E’ ciò che alcune tribù, cosiddette primitive, fanno ancora oggi prima di decidere se e dove andare a caccia o prima di dichiarare guerra al nemico.
La metodologia del Social Dreaming è stata ideata da G.W. Lawrence al Tavistock Institute di Londra nel 1980. Da allora il Social Dreaming ha rivelato il suo potenziale ed è stato sviluppato, diffuso e applicato in molti ambiti, in tutto il mondo. Lawrence ha scoperto che i sogni raccontati in un contesto particolare – la matrice di Social Dreaming – dicono qualche cosa che ci riguarda come gruppo sociale particolare; oppure in quanto viviamo in un preciso contesto: per es. in un’azienda, in una scuola, in ospedale, in un’associazione o in una parrocchia. I racconti dei sogni e le “libere associazioni” che li accompagnano ci possono portare ad esplorare aspetti meno noti o latenti del contesto nel quale viviamo.
Ad esempio durante il periodo Covid sono stati organizzati molti eventi di Social Dreaming online a livello internazionale, i sogni ci hanno svelato aspetti comuni come paure, speranze, emozioni, i sogni hanno costruito legami fra persone di paesi lontani, hanno superato mari e confini.
Il Social Dreaming online oggi è diventato un metodo praticato in tutto il mondo.
Che cos’è la “matrice”: è una “forma” temporanea di organizzazione, che prevede una particolare disposizione delle persone coinvolte (a fiocco di neve), in modo da favorire la concentrazione sul “sogno” piuttosto che sul sognatore e le sue relazioni. Al centro della matrice c’è uno spazio vuoto, che indica simbolicamente dove ogni partecipante può “depositare” i sogni o le libere associazioni, in quanto possono diventare una ricchezza per tutti.
A che cosa può servire una matrice di sogno sociale: a diventare consapevoli che spesso pensiamo e sappiamo molte cose importanti di cui non siamo consapevoli. C’è sempre un filo invisibile e misterioso che ci lega gli uni agli altri; oppure un filo che lega eventi che sembrano scollegati fra di loro. Lo sguardo notturno, attraverso il racconto diurno, può far emergere delle connessioni inedite e nuove. A volte è anche più saggio del nostro normale sguardo diurno, nel raccogliere ed esplorare i fatti che accadono.
L’Host della matrice si occupa di dichiarare il “compito primario” delle SDM, presidiare il setting ed il racconto del “sogno sociale” da eventuali “interpretazioni” o facili “traduzioni”. I sogni “accadono” e sono carichi di significati. Spesso alcune connessioni emergono senza doverle cercare. Il conduttore si limita ad evidenziarle, a collegare, a sottolineare ed a restituire al gruppo quanto è emerso. Se c’è conoscenza, questa si manifesta e si rivela, in modo graduale e quasi impercettibile, nelle immagini e nel fluire delle “libere associazioni”.
Arrivederci alle prossime matrici!!!
Il gruppo Uso Sociale del Sogno
C. Allari, G. Bazzacco, Marta Giovannini, F. Nardese, E. Nascimbene, Massimiliano Santoro, S. Tacchio
Buoni sogni!