Dario Forti lo scorso 17 Maggio ha scritto un interessantissimo articolo per il Blog Bicocca Training & Development Centre
Un tema che sembra lontano dal nostro sguardo, eppure … è molto vicino e risonante.
“… c’è un aspetto della digital transformation che risuona molto … la questione dell’attualità del gruppo, l’impatto dello smart working, la novità rappresentata dai millennials.”
“… la necessità di un “contrappeso umano” alla volatilità delle organizzazioni … assistiamo ormai da decenni ad un processo di dissolvimento dei confini organizzativi (nelle strutture, nei ruoli ecc.) e di conseguente virtualizzazione (dei processi, delle procedure, delle informazioni ecc.); fenomeni all’origine dei quali sta soprattutto la tecnologia e, in larga misura, il venir meno dei confini geopolitici e di mercato (in una parola, la globalizzazione). Sociologi, psicologi, antropologi culturali hanno ben spiegato gli effetti di tutto ciò sugli individui (in termini di identità, sentimento di sé, modelli relazionali ecc.).”
“… nelle attuali organizzazioni (il grande Jeffrey Pfeffer, nel suo ultimo libro, che ha presentato qualche giorno fa qui a Milano, parla addirittura di “tossicità organizzativa”) vi è un bisogno crescente di relazioni e, ancor più, di contatto fisico tra gli individui. Non so quanto questo bisogno sia oggi riconosciuto e presidiato. Per quanto la tecnologia aiuti a sostituire il contatto diretto con una virtualità sempre più antropomorfa (addirittura augmented, iperrealistica), sappiamo bene, lungo la memoria storica di homo sapiens sapiens, che le basi della vita umana – attaccamento, fiducia, investimento, riflessività ecc. – presuppongono un tipo di relazionalità in cui la gioia e il dolore del contatto inter-umano convivono indissolubilmente.”